La dimensione del corpo

L’attenzione alla corporeità e l’utilizzo del linguaggio corporeo sono potenzialità offerte dalla psicoterapia espressiva integrata alla danza movimento terapia; esse permangono anche se devono adattarsi al moderatore tecnologico. 

Nella relazione terapeutica on line il setting è co-costruito attivamente dal paziente ed è in continua evoluzione nei diversi livelli coesistenti. Il corpo-ambiente dello psicoterapeuta deve poterli comprendere tutti, utilizzando il processo creativo e alcune funzioni quali la sensibilità al gesto e al movimento, la coscienza recettiva, un testimone interno capace di osservare la propria esperienza in presenza di un altro (Janet Adler, 1972), la conoscenza intuitiva che ci deriva dal corpo e l’empatia che risiede nel corpo (Pallaro, 1996), la sintonizzazione affettiva (Stern,1985) che avviene attraverso l’empatia cinestetica (Kestenberg, 1975; Fischman, 2008). 

Lo psicoterapeuta espressivo utilizza ciò che si crea nella relazione con l’altro corpo digitale (immagini e percezioni cinestetiche, sensazioni, risonanze intersomatiche, intuizioni, sogni, gesti spontanei) e utilizza sguardo, voce, prosodia, espressioni facciali, cambiamenti di flusso e forma per la sintonizzazione incarnata e per la coregolazione  dell’altro. 

Come confermato anche dalle neuroscienze, la nostra più completa modalità di conoscenza include il sintonizzarsi ad un livello corporeo preconscio integrato con i più alti livelli consci, articolati e differenziati. 

Ritengo che nelle relazioni terapeutiche mediate dallo schermo sia particolarmente importante il ricorso all’embodiment: valersi della comunicazione intra e intersoggettiva tra corpo, mente e ambiente permette di superare la condizione bidimensionale e di recuperare la profondità tridimensionale della fisicità dei corpi vivi che sono al di là dello schermo. Diventa quindi fondamentale essere consapevoli che il campo della conoscenza del proprio corpo è intersoggettivo (Merleau-Ponty, 1962) ed è determinato dal fare esperienza e dall’entrare in relazione. 

Le emozioni sono espresse in modo trasversale, sono condivise e coregolate ed è la sintonizzazione intrapersonale (Siegel, 1999) che crea le condizioni per la sintonizzazione intersoggettiva, elemento essenziale di ogni comunicazione umana. Questa comunicazione sensoriale, motoria e affettiva può avvenire anche nelle relazioni mediate dallo schermo, se l’Io del paziente è sufficientemente strutturato.

Anche grazie a questa nuova sfida della relazionalità on line con un altro corpo digitale, ho imparato a sentire e ad ascoltare sempre di più la mia corporeità. La pandemia si è offerta come occasione per approfondire un processo che in me era già avviato e che ha trovato in questa contingenza un’opportunità per crescere e maturare, a partire però da basi e semi che in qualche modo erano già stati gettati nel mio processo formativo. La brusca interruzione portata dalla pandemia mi ha dato l’inaspettata possibilità di contribuire fortemente alla creazione di uno spazio interno che potesse accogliere gli stati emozionali dell’altro.

L’esperienza traumatica collettiva, l’assenza, il vuoto, la ridefinizione di nuovi spazi fisici e psichici, la curiosità, la creatività e la flessibilità hanno aperto nuove strade e opportunità che sento come maggiormente integrate e integrative in quanto più rispondenti alla realtà contemporanea in cui aspetti esperienziali on line e off line sono sempre più connessi e interrelati e gli scenari personali e sociali tendono a mutare in modo repentino.

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